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IL MULINO DEL PO’ (1963)

14 Maggio 2017

Un film di Sandro Bolchi. Con Raf ValloneGiulia LazzariniTino CarraroRena Owen – Storico– Italia 1963 – Il mulino del Po è  andato in onda nel 1963. Fu trasmesso in cinque pun tate nella prima serata domenicale dal 13 gennaio al 10 febbraio sul Programma Nazionale

Uno dei picchi del romanzo sceneggiato tv negli anni Sessanta, Sandro Bolchi trascrive ottimamente per immagini la prima parte del romanzo di Bacchelli, servendosi di una sceneggiatura dello stesso autore. Ottime caratterizzazioni di Tino Carraro, Gastone Moschin e Vittorio Sanipoli. Raf Vallone è un po’ atteggiato, ma indubbiamente efficace nella parte del protagonista Lazzaro Scacerni, un ex soldato napoleonico che si mette a fare il mugnaio nella bassa padana. Attraverso mille difficoltà (il suo nemico giurato è un ex pirata, il Raguseo) riesce a conquistare la prosperità.

Composta da cinque puntate, la serie va in onda la domenica sera dal 13 gennaio al 10 febbraio ed è girata per gran parte nel paese di Crespino, in provincia di Rovigo; la regia è di Sandro Bolchi.
Sceneggiato dallo scrittore insieme allo stesso regista, Il Mulino del Po,  in realtà, è l’adattamento del primo volume che compone l’opera di Bachelli, intitolato Dio ti salvi. La mole del romanzo è infatti molto ampia, copre un arco temporale che va dall’epoca napoleonica al primo Novecento.

Dopo l’esperienza del ’63, visto il successo riscosso, il regista e l’autore si misero nuovamente al lavoro per completare l’opera. Nel 1971 lo sceneggiato ebbe dunque un seguito composto da quattro nuove puntate: queste coprivano gli altri due volumi del romanzo, La miseria viene in barca e Mondo vecchio sempre nuovo.
Stessa location, ancora il paese di Crespino, cambiano invece gli interpreti, che ora sono Valeria MoriconiRaoul Grassilli, Ottavia PiccoloGiorgio Triestini; tra gli atri inoltre, comparivano due cantanti quali Ornella Vanoni e Nanni Svampa.
Un ricambio di attori necessario visto che il racconto scritto da Bacchelli non ha un unico protagonista, ma diverse generazioni che si succedono alla guida di un mulino, ricchezza della famiglia intorno a cui ruota l’intera narrazione. L’Italia intanto, vive la dominazione napoleonica, il Risorgimento e la prima guerra mondiale.

La storia inizia quando Lazzareno Scacerni, un capitano dell’esercito napoleonico in Russia, torna in Italia: qui, ricevuti alcuni beni per aver prestato soccorso al capitano Mazzacurati, l’uomo costruisce un mulino il cui nome è Diotisalvi. Su di esso, in segno augurale, viene dipinto San Michele che uccide il diavolo con una spada.
Di generazione in generazione, la proprietà si trasmette di padre in figlio, attraversando le vicende storiche che hanno segnato l’Italia nel corso dell’Ottocento e della prima metà del Novecento. Dal matrimonio con Dosolina nasce Giuseppe, padre di Lazzarino, che raggiunge Garibaldi e muore a Mentana.

A fortune alterne, Bachelli segue le vicende dei discendenti di Lazzareno Scacerni, il nipote Lazzarino e i suoi figli Princivalle e Giovanni. Ultimo della famiglia sarà Lazzaro Scacerni, un orfano adottato da Giovanni e morto sul Piave nel 1918.

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