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I PROMESSI SPOSI (1967)

18 Maggio 2017

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I Promessi sposi sono un romanzo storico ambientato nella Lombardia del 1628-1630, che ha per protagonisti i giovani Renzo Tramaglino e Lucia Mondella il cui matrimonio viene impedito dal signorotto del loro paesedon Rodrigo, a causa di una futile scommessa col cugino Attilio. In seguito a un tentativo di rapimento della ragazza, i due fidanzati sono costretti a separarsi e a fuggire, andando incontro a una serie di disavventure (Lucia incontrerà la monaca di Monza, l’innominato, il cardinal Borromeo, mentre Renzo sarà coinvolto nei moti popolari a Milano il giorno di S. Martino del 1628 e dovrà rifugiarsi nel Bergamasco). La peste del 1630 farà in modo che i due promessi si ritrovino nel lazzaretto di Milano e, in seguito alla morte del loro persecutore a causa dell’epidemia, potranno infine sposarsi e trasferirsi nel territorio di Bergamo.
Il romanzo ha avuto due edizioni, la prima del 1827 e la seconda, definitiva, del 1840-42, uscita a dispense e illustrata da Francesco Gonin in collaborazione con altri disegnatori. In appendice a questa seconda edizione Manzoni pubblicò la Storia della colonna infame, saggio storico che ricostruisce il processo agli untori di Milano del 1630 di cui dà sommariamente conto nel cap. XXXII del romanzo.

Con l’avvento del cinema e poi della televisione il romanzo ha subìto una serie di adattamenti per il grande e il piccolo schermo, che hanno avuto sicuramente il merito di avvicinare l’opera a un vasto pubblico (anche se la sua diffusione nelle scuole come lettura obbligatoria ne ha di fatto determinato la popolarità, con tutti i limiti del caso) e hanno suscitato in molti casi dubbi e perplessità, come solitamente accade quando una grande opera letteraria subisce una “riduzione” a beneficio di un’altra forma d’arte. Val la pena di ricordare anzitutto il film del 1941 (il primo sonoro, dopo tre precedenti versioni mute) diretto da Mario Camerini, con Gino Cervi e Dina Sassoli nei panni dei due promessi, produzione dai costi considerevoli e più che dignitosa nella ricostruzione del romanzo anche se i risultati artistici sono modesti (il film fu prodotto dalla Lux e vedeva nel cast molti attori del cosiddetto cinema fascista, benché la pellicola non risentisse del clima politico dell’epoca). Decisamente più interessante lo sceneggiato televisivo prodotto dalla Rai nel 1967 e diretto da Sandro Bolchi, trasmesso in otto puntate e con un cast di tutto rispetto fra cui ricordiamo Nino Castelnuovo (Renzo), Paola Pitagora (Lucia), Luigi Vannucchi (don Rodrigo), Salvo Randone (l’innominato), senza contare la “voce narrante” di Giancarlo Sbragia che fungeva da raccordo fra i vari momenti della vicenda. La sceneggiatura fu scritta dal regista in collaborazione con Riccardo Bacchelli e la serie televisiva riscosse un grande successo di pubblico, incontrando anche il favore della critica per l’estrema aderenza al testo manzoniano (il regista si valse anche della collaborazione del Centro Nazionale di Studi Manzoniani e a tutt’oggi è considerata una delle migliori trasposizioni filmiche del romanzo).

Lo sceneggiato I promessi sposi tra i più apprezzati della storia della Rai

Fedele al testo manzoniano, lo sceneggiato aveva tra i suoi protagonisti Salvo Randone, Luigi Vannucchi, Lea Massari e due attori allora sconosciuti nel ruolo di Renzo e Lucia: Nino Castelnuovo e Paola Pitagora. Dopo ”Cristo si è fermato a Eboli” di Rosi, continua il lavoro di recupero e messa a disposizione di tutti dei preziosi programmi storici RAI, consultabili e scaricabili sono uno strumento per studiosi e studenti. In particolare utili per la scuola e i ragazzi che possono accedere alla storia del nostro Paese in maniera facile e gratuita.

Per I promessi sposi 20 milioni di telespettatori

Lo sceneggiato rimane una pietra miliare nella storia della Rai. Le otto puntate in onda la domenica sera, nel 1967 ebbero più di 18 milioni di telespettatori. La qualità di interpretazione, di scrittura e di regia, rappresenta infatti un punto raramente ripetuto nella storia dell’emittente televisiva di Stato. Quando l’intrattenimento della Rai coincideva con la grande cultura. Come ricordò Sandro Bolchi in un’intervista di alcuni anni dopo, «Il successo che ebbe lo sceneggiato contribuì a una vendita clamorosa del romanzo, adempiendo così allo scopo che mi ero proposto. Non ricordo i dati delle vendite del libro ma credo che anche questi fossero clamorosi».

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commenti

capolavoro assoluto come pochi se ne trovano. se fosse possibile bisognerebbe farne una versione a colori perchè sarebbe gradita di più ai giovani, non abituati al bianco/nero.

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Roberto Libertazzi

14 luglio 2018

Grazie infinite dellapprezzamento. Non è possibile tecnicamente farne una versione a colori. Speriamo che i ragazzi apprezzino il B/N che sta tornando di moda .

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welledazangarini

14 luglio 2018

Considero anch’io quest’opera un lavoro artistico di gran pregio. Non condivido completamente il suggerimento della colorazione. Sono convinto che un’opera d’arte debba rimanere fedele alla sua originalità senza contaminazioni, in quanto rappresenta una realtà documentale di un tempo che è stato. E come tale ora si presenta senza dover preoccuparsi di compiacere e rifiuta di essere snaturata solo per essere maggiormente diffusa. Semmai andrebbe “ricolorata” la sensibilità all’arte di parte del grande pubblico, soprattutto giovanile: quella sì che è in bianco e nero. (E tanto grigio!)

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Roberto S.P.

9 aprile 2020

Grazie per il commento e la sensibilità. Susanna Bolchi

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welledazangarini

9 aprile 2020

Opera splendida di un regista meraviglioso come Bolchi. Vorrei acquistare il/i relativo dvd. Come devo fare?

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Donatella Laureati

12 gennaio 2021

Grazie per i complimenti di cui mi beo indirettamente. Ci sono in vendita i dvd edizioni Eri.Cari saluti Susanna Bolchi Inviato da iPhone

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welledazangarini

12 gennaio 2021

Uno sceneggiato all’epoca con bravissimi attori, da opera a romanzo anche se in bianco e nero rimane sempre un’opera unica, inoltre la situazione attuale in lombardia e nel resto del paese per certi versi ricalca un pò la pandemia attuale con la peste di allora, corsi e ricorsi storici.

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Piero Benedetti

18 marzo 2021

La ringrazio del commento. Infatti si parla di peste manzoniana per definire la pandemia. Susanna Bolchi

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welledazangarini

18 marzo 2021